Symposium of sickness – Carcass

Symposium of sickness (Simposio della malsanità) è la traccia numero tre del terzo album dei Carcass, Necroticism – Descanting the Insalubrious pubblicato il 30 ottobre del 1991. Rispetto agli altri brani dell’album, questo non descrive un particolare riutilizzo dei cadaveri, ma presenta un topic piuttosto “classico” della discografia dei quattro squartatori di Liverpool, ovvero la profonazione di tombe e il necrofagismo. Il primo assolo, di Amott, è intitolato “Necrononism” (ovvero “Necronomia”), mentre i due assoli finali, uno sempre di Amott e l’altro di Steer, si chiamano rispettivamente “Corpsereality” (“Realtà corporale”) e “Cold logistic language” (“Un gelido linguaggio logistico”).

Formazione Carcass (1991)

  • Jeff Walker – voce, basso
  • Bill Steer – chitarra
  • Michael Amott – chitarra
  • Ken Owen – batteria

Traduzione Symposium of sickness – Carcass

Testo tradotto di Symposium of sickness (Walker, Steer, Owen, Amott) dei Carcass [Earache Records]

Symposium of sickness

“That’s why I find it so amusing
That the latter-day saints of our business,
One: attribute to me
Motives that just weren’t there.
And two: accuse me
Of corrupting morality
Which I wish I had
the power to do.
Prepare to die…”

An uncloaking, dark epoch
In which all life is now appraised
Another valueless commodity
On which the rapacious may feebly graze

Indebted homage to their Mammon
Whilst the mort is the music of the meek
Transcendence from a beautifully brutal reality
Is what I seek

Noxious, sully dolour
Is not the sentiment upon which we feed
But precocious consciousness
Draws out a morbid nous to bleed

Chiseling out seething words
Which cut deep down to the bone
Always legible
So be it on our own headstone

Rising out to own nadir
Reality we try to extirpate
Trying to raise a twisted smile
Similar to that silver plate

On a coffin which is joined
Hammering in each final nail
Last kill and testament
Left now intestate

Noxious, sully dolour
Is not the thesis which is bled
A precarious train of thought
In which mental cattle-trucks are led

Carving out skilful words
Which shear brittle bones
Always spelt out well
We just can’t leave the dead alone

Monographic text
A terminal doctrine
Of diseased minds perplexed
Enunciated epigrams
Eschatological, rotten requiems

Always our own worst cynics
Exercisers of scorching scorn
Digging our own graves
But never stand over and mourn

The roulade now pandemonium
Displaced in the muggy sods
Espoused with the macabre
The dead we filch and rob

Munificent bale
From the deviants staid

Execrations
Taunting spiritual release
Exoneration
Upon the perishable we feast
Excogitation
Picking at the bones of convention
Exculpitation
Foul verbal conflagration

Epigraphic text
A literary vex
The macabre perplexed
With corporeality meshed

Euthenics text
An unpleasant journey
To a world perplexed
Corporeal epigraphs
Eschatological unpleasantness

Always forever cryptic
Exercisers of twisted grief
Helping you to dig up the interred
Whilst fresh still are the wreaths

The harmony now pandemonium
Heard out in the muddy dirt
Espoused with the bizarre
We play on our own turf

Epithetic text
A macabre reality perplexed

Execrations
Literary tales of atrocities fairy
Exoneration
Harsh, cold bloody Marys
Excogitation
A narcissistic eutechnique
Exculpitation
Perverse artworks, so unique

Monographic text
A literary vex
The macabre perplexed
With reality meshed

Simposio della malsanità

“Questo è il motivo per cui trovo così comico
Che i mormoni del nostro lavoro,
Primo: attribuiscano a me
Motivazioni che semplicemente non esistevano.
E secondo: m’accusino
Di corrompere la moralità
La quale io stesso vorrei
aver il potere di preservare.
Si preparino per morire…”

Una smascherata, buia epoca
In cui l’esistenza è ora apprezzata
Un’ulteriore merce svalutata
Su cui i rapaci possan a stento pascolare

Debito omaggio al loro lucroso Mammona
Mentre il mortual lamento è l’ode del mansueto
Trascendenza da una brutalmente bella realtà
Ciò è quel che vedo

Nociva, sudicia sofferenza
Non è il sentimento di cui ci nutriamo
Ma una precoce consapevolezza
Tratteggia una macabra mente che sanguina

Cesellano parole ribollenti
Che incidono profondamente sulle ossa
Sempre leggibili
Così da esser poste sulle nostre lapidi

Risorgendo verso il proprio nadir
Noi tentiam d’estirpare l’immanenza
Cercando di sollevar un ritorto sorriso
Simile a quel piatto d’argento

Su d’una bara che s’è aggiunta
Si sta martellando su ogni terminale chiodo
L’ultimo assassinio e testamento
Vengon ora lasciati intestati

Nociva, sudicia sofferenza
Non è la tesi che sanguina
Un precario filo del discorso
In cui il bestiame mentale è guidato

Scolpendo abili parole
Che grattugiano friabili ossa
Sempre scandiscono bene
Noi non possiam lasciare da soli i morti

Testo monografico
Una terminale dottrina
D’ammorbate menti perplesse
Enunciati epigrammi
Escatologici, putridi requiem

Sempre noi stessi siamo i nostri peggiori cinici
Strumenti di un rovente disprezzo
Che scavano le nostre proprie fosse
Ma mai passiamo oltre e portiam il lutto

L’involtino reso ora pandemonio
Dislocato nell’umido terriccio
Esposto con macabri monili
I morti noi rubiamo e prendiamo

Munifico mucchio
Derivante da seria anormalità

Disprezzo
Che schernisce il rilascio spirituale
Esonero
Dal corpo deperito con cui banchettiamo
Escogitazione
Che fruga tra le ossa della norma
Discolpa
Folle conflagrazione verbale

Testo epigrafico
Un tormento letterario
Il macabro perplesso
Con un’armonizzata corporalità

Testo eutenico
Uno spiacevole viaggio
In un mondo confuso
Epigrafe corporea
Sgradevolezza escatologica

Sempre eternamente criptico
Strumenti di un malsano dolore
Che t’aiutano a esumare l’interrato
Mentre le ghirlande son ancora fresche

L’armonia resa ora pandemonio
Tende l’orecchio all’umida terra
Avvolti dal bizzarro
Noi giochiamo sul nostro manto erboso

Testo epitetico
Una raccapricciante realtà caotica

Disprezzo
Letterari racconti di genuine atrocità
Esonero
Ieratiche, gelide Marie le sanguinarie
Escogitazione
Una narcisistica eutecnica
Discolpa
Effigi perverse, così singolari

Testo monografico
Un tormento letterario
Il macabro perplesso
Con un’armonizzata realtà

* traduzione inviata da Stefano Quizz

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