Every rope a noose – The Black Dahlia Murder

Every rope a noose (Ogni corda un cappio) è la traccia numero otto del sesto album dei The Black Dahlia Murder, Everblack, pubblicato l’11 giugno del 2013.

Formazione The Black Dahlia Murder (2013)

  • Trevor Strnad – voce
  • Ryan Knight – chitarra
  • Brian Eschbach – chitarra
  • Max Lavelle – basso
  • Alan Cassidy – batteria

Traduzione Every rope a noose – The Black Dahlia Murder

Testo tradotto di Every rope a noose (Strnad) dei The Black Dahlia Murder [Metal Blade]

Every rope a noose

Every rope a noose
and each knive’s blade a truth.
Each day greyer than before.
Unwelcome life long in the tooth.
Colors marred and queer.
Ambitions disappear.
The walls of shame are closing in.
You’re fading fast.
You just can’t breathe anymore.

Can you feel your skin yet turning cold?
The rigor mortis is stiffening.

It’s a dead life in this
cold dead world.
So, sink those rotten teeth right in.
Let the disease within unfurl.
Wrapped in silence bittersweet.
A trigger pull, salvation complete.

Each stifled morn’s the last.
Coin to ferryman passed.
A tasteless tongue wags from your mouth.
By plight of life crushed in its grasp.
Eyes of blind blink,
not brought forth on earth to rot.
Irreparably they’ve damaged you,
an empty shell.
You just can’t be anymore.

No one can hear
your death knell ringing cold.
Embrace your own insignificance.

Pale skin feels
paper thin,
weathered by erosive days,
raped of all of its innocence.
Unending waves of self-disdain,
tormented an existence in vain.

That weight which bends our spines.
Inherit ancient strife,
struggling to stay alive,
as we anxiously deflate.

Sheer madness fills our veins.
Hell beckons with flickering flames,
from ‘neath headstone with no name.
All that’s left to be
is dead and free.
Dead and free from this pain.
Dead and cold.
Frozen stiff.

Ogni corda un cappio

Ogni corda un cappio
ed ogni lama di coltello una verità.
Ogni giorno più grigio di prima.
Indesiderata esistenza avanti negl’anni.
Colori deturpati e guastati.
Le ambizioni svaniscon.
Le mura della vergogna stan avanzando.
Stai scomparendo celere.
Semplicemente non puoi respirare più.

Puoi percepir la tua pelle ch’ancora si raggela?
Il rigor mortis si sta irrigidendo.

Ѐ un’appassita vita in questo
gelido mondo morto.
Perciò, affonda quei marci denti in esso.
Lascia che il morbo si dimeni al suo interno.
Confezionato in un agrodolce silenzio.
Una pressione di grilletto, salvezza completata.

Ogni represso mattino è l’ultimo.
Un obolo al traghettatore passato.
Un’insipida lingua scodinzola dalla tua bocca.
Un disordine di vita schiantato nelle sue grinfie.
Occhi d’un cieco lampeggiare,
non trasportati innanzi la terra per decomporsi.
Irreparabilmente essi t’han danneggiato,
un guscio vuoto.
Semplicemente non puoi respirare più.

Nessuno può udire
il rintocco della tua morte suonare gelido.
Abbraccia la tua stessa insignificanza.

Tetra pelle che si sente
come un sottile foglio di carta,
segnata dai corrosivi giorni,
violentata da tutti per la sua innocenza.
Interminabili onde d’auto-disprezzo,
tormentarono invano un’esistenza.

Qual fardello vincola le nostre schiene.
Eredita un arcaico conflitto,
lottando per rimanere vivo,
mentre noi ansiosamente ci sgonfiamo.

Una pura follia riempie le nostre vene.
L’inferno c’invita con tremolanti fiamme,
dalle profondità di lapidi senza nome.
Tutto ciò che rimane da viver
è morto e libero.
Morto e libero da questo dolore.
Morto e gelido.
Cadavere congelato.

* traduzione inviata da Stefano Quizz

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