Holy – U.D.O.
Holy (Sacro) è la traccia che apre e che dà il nome al settimo album degli U.D.O., pubblicato il 18 ottobre del 1999.
Formazione U.D.O. (1999)
- Udo Dirkschneider – voce
- Stefan Kaufmann – chitarra
- Igor Gianola – chitarra
- Fitty Wienhold – basso
- Lorenzo Milani – batteria
Traduzione Holy – U.D.O.
Testo tradotto di Holy (Dirkschneider, Kaufmann) degli U.D.O. [Nuclear Blast]
Holy
Raised from the glowing ashes
of cauldron iron
The Phoenix arose
from the sanctum of metal
Emerging into the light
So many hard times
So many bad lies
A man of steel
You know I’m real
Ev’rything I do
I’m taking all control
it’s my heart
You know it’s how I feel
So stick it in your mind
now you’re mine
Time
it’s time I’m taking over
And crank it up in overdrive
I’ll tell you why
You know I’m holy
So fucking holy
raise your hands
You know I’m holy
So fucking holy
pain and pride
So many places
So many aces
I made a curse
I gave you birth
Ah – glorious metal times
The master of our lives
never died
A special kind of force
Together no remorse
you’ll be mine
Burning on overload
Legends won’t die
No cross
no burdens to control
No asking why
The master never dies
Sacro
Asceso dalle ceneri ardenti
di un calderone di ferro
La fenice nasce
da un luogo sacro di metallo
Emergendo nella luce
Così tanti tempi duri
Così tante brutte bugie
Un uomo d’acciaio
Sai che sono reale
Ogni cosa che faccio
Prendo tutto sotto controllo
È il mio cuore
Lo sai che è come mi sento
quindi mettitelo in testa
ora tu sei mio
Tempo,
è il momento di prendere il controllo
e darci dentro al massimo
Ti dirò il perché
Lo sai che sono sacro
così fottutamente sacro
alza le tue mani
Lo sai che sono sacro
così fottutamente sacro
dolore ed orgoglio
Così tanti posti
così tanti campioni
ho fatto una maledizione
Ti ho dato la vita
Ah, gloriosi momenti di metallo
Il padrone delle nostre vite
non è mai morto
un tipo speciale di forza
Insieme senza rimorso
tu sarai mio
Essere furibondo al massimo
La leggenda non morirà
nessuna croce,
nessun peso da controllare
non chiedere perché
Il padrone non muore mai