Lady lily white – Macbeth

Lady lily white (Signora giglio bianco) è la traccia numero tre del secondo album della band italiana Macbeth, Vanitas, pubblicato il 27 agosto del 2001.

Formazione Macbeth (2001)

  • Morena Rozzi – voce
  • Andreas Cislaghi – voce
  • Luca Sassi – chitarra
  • Alex – chitarra
  • Sem – basso
  • Fabrizio Cislaghi – batteria
  • Andrea – tastiere

Traduzione Lady lily white – Macbeth

Testo tradotto di Lady lily white (Fabrizio, Alex, Andrea) dei Macbeth [Dragonheart]

Lady lily white

White dove lay lifeless
on a crown of thorns
Beside a broken sword
Whirlwind blew out a candle
Heartrending cry

Tears were streaming down her face
Cold dread of death
black cursed embrace
An endless nightmare croacked
on the brink of despair
She felt she would die

Her thoughts flew
to his brave betrothed
It was so long ago!
Sweet loving eyes of thee so far from mine
She felt she would die

Sweetheart, my light cruel fate
calls me to fight

Sudden shadows fell on me
Was the dream of white dove
a message of thee?

You may be wrong
May he live long!
How many winters
What cold you suffered
in the pale warmth of hope

Gloomy icy blast from battlefront
Blew his dumb ashes back to court
Atropos broke fine thread of his life
She felt she would die

Calling from the highest hissing tower
Corvine shades abducted
her murdered soul
Birds of ill omen stained the sky
She felt she would die

Jewel, my love the war is calling from above

Sudden shadows fell on me
Was the dream of white dove
a message of thee?

Was not only a dream
Of suffocated beam
Harmonic torment
Tragedy masked in romantic dress

The tower was calling…
she climbed the stairs to breathe
better the death

…and the heaven was bleeding
She dressed in snow flickering
as lily in storm
Like a dove flew up

E i cielo tinto nel rubino
Stringeva al seno suo il muto giglio,
Spenta la rosa nel viso candido bambino
Ricamava la parca fatal il sigillo vermiglio,
Igneo affluente del gentil ruscel diamante
Dolce scivolava al freddo mar del pianto.
Fragil ebbro damor libravasi lo spirto vagante,
E la terra la bruma copriva dincanto…

Signora giglio bianco

La colomba bianca giaceva senza vita
su una corona di spine
Accanto a una spada spezzata
Il vortice ha spento la candela
Un grido straziante

Le lacrime le scorrevano sul viso
La gelida paura della morte
il maledetto nero abbraccio
Un incubo infinito crepitò
sull’orlo della disperazione
Sentiva che sarebbe morta

I suoi pensieri andarono
al suo coraggioso promesso sposo
Era stato tanto tempo fa!
Dolci amorevoli occhi così lontani dai miei
Sentiva che sarebbe morta

Tesoro, il mio destino leggero e crudele
mi chiama a combattere

Ombre improvvise caddero su di me
Il sogno della colomba bianca
era un tuo messaggio?

Potresti sbagliarti
Possa lui vivere a lungo!
Quanti inverni
Che freddo hai sofferto
nel pallido tepore della speranza

Cupo gelido getto dal fronte di battaglia
Ha riportato in tribunale le sue stupide ceneri
Atropo* ha spezzato il filo sottile della sua vita
Sentiva che sarebbe morta

Chiamando dalla torre sibilante più alta
Le nere ombre hanno rapito
la sua anima assassinata
Uccelli di malaugurio macchiarono il cielo
Sentiva che sarebbe morta

Gioiello, amore mio, la guerra chiama dall’alto

Ombre improvvise caddero su di me
Il sogno della colomba bianca
era un tuo messaggio?

Non era solo un sogno
di un raggio soffocato
Tormento armonico
Tragedia mascherata in un abito romantico

La torre chiamava…
salì le scale per respirare
meglio la morte

…e il paradiso stava sanguinando
Si vestiva di neve tremolante
come un giglio nella tempesta
Come una colomba volò su

E i cielo tinto nel rubino
Stringeva al seno suo il muto giglio,
Spenta la rosa nel viso candido bambino
Ricamava la parca fatal il sigillo vermiglio,
Igneo affluente del gentil ruscel diamante
Dolce scivolava al freddo mar del pianto.
Fragil ebbro damor libravasi lo spirto vagante,
E la terra la bruma copriva dincanto…

* Nella mitologia greca, Àtropo era una delle tre Moire. Àtropo, la più anziana delle tre sorelle, colei che non si può evitare, l’inflessibile; rappresenta il destino finale della morte d’ogni individuo.

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