Mannequin – Cradle of Filth
Mannequin (Manichino) è la traccia numero quattordici del quinto album dei Cradle of Filth, Damnation and a Day, pubblicato il 25 marzo del 2005.
Formazione Cradle of Filth (2005)
- Dani Filth – voce
- Paul Allender – chitarra
- Dave Pybus – basso
- Adrian Erlandsson – batteria
- Martin Powell – tastiere, violini
- Sarah Jezebel Deva – seconda voce
Traduzione Mannequin – Cradle of Filth
Testo tradotto di Mannequin (Filth) dei Cradle of Filth [Sony]
Mannequin
Led to other worlds
By the girls she curled within
I took their skins to see Her
Be my mannequin
Be my mannequin
I cannot remember
How it was that we first met
Curve of moon and haunted shore
The stars were not those heaven sent
Did we come together
At masked palatial Balls
In silks and flesh and leather
Or did we come at all?
I dreamt a midnight castle
The eerie song of wolves
And eyes that danced with fire
As they have forever more
Our rites of sin
Have long fathered a hymn
To burden Him
Whom by slip of after whim
At genesis
Dressed Her like the wind
In Autumn gowns
That pinned Her down
To be my mannequin
Be my mannequin
Always poised on winter
But never would She break
My lovecraft and
black witch heart
That pounded in Her wake
We kissed on distant balconies
A law unto Her own
Thirteenth dark commandment
Of figures pressed to stone
Turning cream with fantasies
That God alone would know
We graced vomitorium
With the sweet excess of Rome
Flagrant in the past
Our names were deeply carved
On the tree of life in long
dead languages
Led to other worlds
By the girls she curled within
I took their skins to see Her
Be my mannequin
Be my mannequin
I tongued the nuns at Louviers
But not one word possessed
Her divine right, an archetype
For mortal Goddesses…
Manichino
Condotta in altri mondi
Dalle fanciulle tra cui piroettava
Io le uccisi per vederla
Sii il mio manichino
Sii il mio manichino
Non riesco a ricordare
Come fu il nostro primo incontro
Ricurva la Luna e stregata la spiaggia
Le stelle non erano quelle inviate dal cielo
Ci riunimmo
Al sontuoso ballo in maschera
In seta, carne e cuoio
O non arrivammo per nulla?
Sognai un castello di mezzanotte
L’arcana canzone dei lupi
E occhi che ballavano col fuoco
Come sempre fu
I nostri riti peccaminosi
Da tempo generarono un inno
Perché fosse un peso per lui
Che per un capriccio infantile
Alla genesi
La vestì come il vento
Di gonne d’autunno
Che la costrinsero
Ad essere il mio manichino
Ad essere il mio manichino
Sempre in bilico d’ inverno
Ma mai Lei avrebbe spezzato
Il mio cuore, maestro in amore e
pregno di magia nera,
Che batteva per svegliarla
Ci baciammo da balconi distanti
Una legge tutta Sua
Il tredicesimo, oscuro comandamento
Di figure impresse nella roccia
Mescolando la crema a fantasie
Che Dio soltanto poteva conoscere
Adornammo il vomitorio
Con il dolce eccesso di Roma
Flagranti in passato
I nostri nomi vennero scolpiti in profondità
Sull’albero della vita in lingue
da lungo tempo morte…
Condotta in altri mondi
Dalle fanciulle tra cui piroettava
Io le uccisi per vederLa
Sii il mio manichino
Sii il mio manichino
Interrogai le suore di Louviers
Ma alcuna seppe rispondere
Il diritto divino di Lei
Un archetipo per Dee mortali