The emptiness from which I fed – Dark Tranquillity

The emptiness from which I fed (Il vuoto da cui mi nutrivo) è la traccia numero nove del secondo album dei Dark Tranquillity, The Gallery, pubblicato il 27 novembre del 1995.

Formazione Dark Tranquillity (1995)

  • Mikael Stanne − voce
  • Niklas Sundin − chitarra
  • Fredrik Johansson − chitarra
  • Martin Henriksson − basso
  • Anders Jivarp − batteria

Traduzione The emptiness from which I fed – Dark Tranquillity

Testo tradotto di The emptiness from which I fed (Stanne, Henriksson, Sundin, Johansson) dei Dark Tranquillity [Osmose]

The emptiness from which I fed

Silence in shivering solitude
Obligations pressure for all to bear
All the pitiful answers, the innocent lies
Can mere words fill
The emptiness from which I fed?

Be gone, oh yielding evidence of greed
Safe now in the other shore
Behind: The emptiness from which I fled

Can silence be shared?
If so, can the perception of silence
Fit into the frame which is represent
The unity for which we stand?
The confines representing
a timeless sacrifice
No eye can of silence tell lie

Silence, yet the absence of sound
Does not feed me
The essence of beauty alone
Fall silent to lingering charm

Brought forth be the sun
Shed light on the emptiness

What can be extracted from nothing
What can be found within the emptiness
Be gone, oh yielding evidence of greed
Safe now on the other shore
Behind: The emptiness from which I fed

Brought forth be the errors of our ways
As is denial so is contempt
Introspective to all but one
Tear apart the flames
No eye can of silence tell lie

How can I even begin
The battle where no one wins
From answers I now flee

Screaming out too no avail
Have I become what
for so long I’ve dread
The missing pieces
Must now be replaced

What eyesight fails to grasp
Is the emptiness from which I fled

Il vuoto da cui mi nutrivo

Silenzio nella solitudine tremante
Obblighi di pressione che tutti sopportano
Tutte le risposte pietose, le bugie innocenti
Possono semplici parole riempire
Il vuoto da cui mi nutrivo?

Andato, oh arrendevole all’evidenza dell’avidità
Adesso al sicuro nell’altra sponda
Dietro: il vuoto da cui sono fuggito

Il silenzio può essere condiviso?
Se così, può la percezione del silenzio
adattarsi al telaio che rappresenta
l’unita per la quale resistiamo?
I confini rappresentano
un sacrificio senza tempo
Nessuno occhio può dire al silenzio di mentire

Silenzio, eppure l’assenza di suono
Non mi nutre
L’essenza della bellezza da sola
mette in silenzio il fascino persistente

Creato per essere il sole
Fai luce sul vuoto

Cosa si può estrarre dal nulla
Cosa si può trovare nel vuoto
Vattene, oh dando prova di avidità
Al sicuro adesso sull’altra riva
Dietro: il vuoto da cui mi nutrivo

Vengono fatti degli errori nel nostro cammino
Come la negazione, così è il disprezzo
Introspettivo per tutti tranne uno
Distruggi le fiamme
Nessun occhio può del silenzio dire bugie

Come posso anche solo iniziare
La battaglia dove nessuno vince
Dalle risposte ora fuggo

Non serve neanche urlare troppo
Sono diventato quello
che per così tanto tempo ho temuto
I pezzi mancanti
devono ora essere sostituiti

Quale vista non si riesce a comprendere
È il vuoto da cui sono fuggito

* traduzione inviata da Mattia

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