Von unaussprechlichen kulten – Nile
Von unaussprechlichen kulten (Da un culto innominabile) è la decima e ultima traccia del quarto album dei Nile, Annihilation of the Wicked, pubblicato il 23 maggio del 2005.
Formazione Nile (2005)
- Karl Sanders – voce, chitarra
- Dallas Toler-Wade – chitarra
- Jon Vesano – basso
- George Kollias – batteria
Traduzione Von unaussprechlichen kulten – Nile
Testo tradotto di Von unaussprechlichen kulten dei Nile [Relapse]
Von unaussprechlichen kulten
I hath dreamed bleak and grim
Desolate visions
Of the pre-human serpent Volk
And communed with long-dead reptiles
Silently watching
Through the ages
In cold, curious apathy
The unending sorrows
And suffering of an abysmal humankind
I dare not again surrender
To the deep sleep
Whichever beckons me
Lest I in dread
Shudder at the nameless things
That may at this very moment
Be crawling and lurking
At the slimy edges of my consciousness
Slithering forth from the bowels
of their infernal pits
Worshipping their ancient stone idols
And carving their detestable likenesses
On subterranean obelisks
of blood soaked granite
I await the day
When the claws of doom shall rise
To drag down in their reeking talons
The weary and hopeless remnants
Of a jaded, decayed
War-despairing mankind
Of a day when the earth shall open wide
And the black, bottomless, yawning abyss
Engulfs the arrogant civilatizations of man
Chthonic retribution shall ascend
Amidst universal pandemonium
And those who slither and crawl
shall rise again
Once more to inherit the earth
Da un culto innominabile
Sognai tetre e lugubri
Desolate visioni
Del serpente pre-umano Volk
E comunicai con rettili morti da eoni
Che taciti m’osservavano
Attraverso le ere
In una gelida, singolare apatia
Gl’imperituri dolori
E le sofferenze d’una tremenda genia umana
Non oso ancor offrir la mia resa
Verso l’abissale sopimento
Qualsiasi invito m’offrano
In timor ch’io nello sconforto
Sussulti di fronte ad esseri innominabili
Che possan in questo preciso istante
Serpeggiare e giacere nel buio
Sui viscidi limiti della mia inconsapevolezza
Strisciano innanzi dalle viscere
dei gironi infernali
Venerano i loro antichi idoli di pietra
Ed incidono le loro detestabili sembianze
Su sotterranei obelischi
di granito fradicio di sangue
Attendo il dì
Quando gl’artigli del fato sorgeranno
Per trascinar giù nelle loro maleodoranti grinfie
Gl’esausti e disperati residui
D’una stremata, decaduta
Umanità afflitta dalla guerra
D’un giorno in cui la terra si squarcerà
Ed il buio, infinito, spalancato abisso
Inghiottirà le arroganti metropoli degli uomini
Un ctonio castigo ascenderà
Nel mezzo dell’universal pandemonio
E gl’esseri che strisciano e strascicano
Sorgeranno ancora
Ancora una volta per ereditare la terra
* traduzione inviata da Stefano Quizz