The blessed dead – Nile

The blessed dead (I morti benedetti) è la traccia che apre il terzo album dei Nile, In Their Darkened Shrines, pubblicato il 20 agosto del 2002. Nell’antico egitto solo pochi individui (solitamente i ceti più alti, come sacerdoti e nobili) potevano permettersi un’onorevole ed onerosa sepoltura, la quale permetteva a costoro di accedere al Sekhet Aaru (“campo dei giunchi”, ovvero l’Oltretomba). Grazie a riti iniziatici, l’anima del defunto veniva condotta dinnanzi ad Osiride (detta anche Asar), il quale, tramite una bilancia, pesava il cuore dell’estinto, anallizzandone la condotta in vita e determinando il suo accesso all’aldilà. La maggior parte della popolazione egizia però viveva di sussistenza, quindi era impossibilitata ad avere una degna sepoltura. Ciò segnava l’incapacità morale di ascendere all’empireo.

Formazione Nile (2002)

  • Karl Sanders – voce, chitarra, basso
  • Dallas Toler-Wade – voce, chitarra, basso
  • Tony Laureano – voce, batteria, percussioni

Traduzione The blessed dead – Nile

Testo tradotto di The blessed dead (Sanders) dei Nile [Reprise]

The blessed dead

Looked down upon,
with scorn,
we work the fields
of the masters
and share not the bounty
of the black earth.

Destitute, servile cast out,
affording no tomb,
we shall be buried unprepared
in the sand.

We shall never be the blessed dead.

Scorned by Asar,
condemned at the weighing of the heart,
we are exiled from the Netherworld.
Serpents fall upon us,
dragging us away.

Admit
who teareth the wicked to pieces!

Pale shades
of the unblessed dead.
None shall enter
without the knowledge
of the magickal formulas,
which is given to few to possess.

Not for us to Sekhet Aaru.
Our souls will be cut to pieces,
with sharp knives.

Tortured, devoured,
consumed in everlasting flames.

We shall never be the blessed dead.
We shall never be the blessed dead!

I morti benedetti

Osservati dall’alto in basso,
con disprezzo,
noi lavoriamo i campi
dei padroni
e non condividiamo l’abbondanza
della nera terra.

Bisognosi, servili reietti,
che non posson permettersi tomba alcuna,
noi verremo sepolti rozzamente
nella sabbia.

Noi mai saremo dei morti benedetti.

Rinnegati da Asar,
condannati alla pesatura del cuore,
noi siam esiliati dall’Aldilà.
Serpi ci piovon addosso,
trascinandoci via.

Ammettete coloro
ch’han fatto a pezzi gl’iniqui!

Bigie sfumature
di morti maledetti.
Nessuno entrerà
senza il sapere
delle formule magiche,
che solo a pochi è dato possedere.

Non siam noi destinati ai Sekhet Aaru.
Le nostre anime verranno smembrate,
con lame taglienti.

Straziati, divorati,
consumati in imperiture fiamme.

Noi mai saremo dei morti benedetti.
Noi mai saremo dei morti benedetti.

* traduzione inviata da Stefano Quizz

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