Plattenbau persephone praxis – Ashenspire

Plattenbau persephone praxis ( La prassi del sistema a grandi pannelli di Persefone) è la traccia numero tre del secondo album degli Ashenspire, Hostile Architecture, pubblicato il 18 luglio del 2022.

Formazione Ashenspire (2022)

  • Alasdair Dunn – batteria, voce
  • Fraser Gordon – chitarra
  • Ben Brown – basso
  • James Johnson – violino

Traduzione Plattenbau persephone praxis – Ashenspire

Testo tradotto di Plattenbau persephone praxis degli Ashenspire [Code666 Records]

Plattenbau
persephone praxis

The white noise is wasting me.
A thousand spinning plates
and nobody’s doing the dishes.
Breathe in, the body rises;
exhale and the mind sinks.
Cloying brains brought back from the brink,
another stimulant, another drink.
With coffee-stained nerves
and finger-stained keys
furrowing digital fields,
hands lashed to the plough
let it be this; let it be now.
Searching for meanin
g in the depths of the well,
in the wiring inside, in the ringing of bells.

The coding of elegance,
the gatekeeping of eloquence
where sparking switchboards
dazzle and dance into deference
where starry eyes meet
light pollution,
where word of mouth meets
gathered feet and dissolution.
We’re each kept in the dark
as the black-bagging begins,
kicked out on the street for their sins.
I won’t be dragging
my feet any more than
they’re dragged through the mud,
hands riddled with wages;
fists dripping with blood.

Why do the hungry
pick all the food?
Why do the naked sew sequins,
secluded in sweatshops?
Why do the capitalists blame
those without jobs?
We’re all in, all in up to our necks;
Horizons foreshortened
with your nose to the ground.
The wasting starts younger than birth;
the coping narcotics bloom neglect
and a face in the dirt.

A beating to sate latent hurt.
And, after all, things can’t get worse;
when it’s the third time this year
you’ve carried friends from a hearse.
As if for hunger we yearn.
As if to cauterise a burn.

I gazed into the tubes to find reason
and cathode rays beamed
through my each, every nerve,
Persephone.
The natrescent glow of the after-dark Styx
and skin of white phosphorus
leave me transfixed
on the monitor. And I see you there.
And squinting revealing
these pixels depicting your fear.
The marble as cold as objectification.
No will of your own.
Still passed between unfeeling hands.
With head to the glass, I wept.

La prassi del sistema
a grandi pannelli di Persefone

Il rumore bianco mi sta consumando.
Mille piatti rotanti
e nessuno che li lava.
Inspira, il corpo si solleva;
Espira e la mente sprofonda.
Cervelli stucchevoli riportati dall’orlo,
Un altro stimolante, un altro drink.
Con nervi macchiati di caffè
e chiavi macchiati di dita
Solcando i campi digitali,
con le mani legate all’aratro
Lascia che succeda; lascia che succeda adesso.
Alla ricerca di un significato
nelle profondità del pozzo,
Nel cablaggio interno, nel suono delle campane.

Il codice dell’eleganza,
il controllo dell’eloquenza
Dove i centralini scintillanti
abbagliano e danzano in deferenza
Dove gli occhi stellati incontrano
l’inquinamento luminoso,
Dove il passaparola incontra
i piedi raccolti e la dissoluzione.
Ognuno di noi è tenuto all’oscuro
mentre iniziano i sacchi neri,
Cacciati per strada per i loro peccati.
Non trascinerò più
I miei piedi fin quanto
siano trascinati nel fango,
Le mani crivellate di salari;
i pugni grondanti di sangue.

Perché gli affamati
raccolgono tutto il cibo?
Perché i nudi cuciono paillettes,
appartati nelle officine?
Perché i capitalisti danno la colpa
a chi è senza lavoro?
Ne facciamo tutti parte, tutti dentro fino al collo;
Orizzonti scorciati
con il naso a terra.
Il deperimento inizia prima della nascita;
Il far fronte ai narcotici fiorisce negligenza e
Una faccia nel fango.

Un pestaggio per saziare il dolore latente.
E, dopotutto, le cose non possono peggiorare;
Quando è la terza volta quest’anno che
Hai portato amici da un carro funebre.
Come se desiderassimo la fame.
Come per cauterizziamo un’ustione.

Ho guardato nei tubi per trovare la ragione e
I raggi catodici irradiati
lungo ogni mio nervo,
Persefone.
Il bagliore nascente dello Stige dopo il buio e
La pelle di fosforo bianco
mi lasciano paralizzato
sul monitor. E ti vedo lì.
E strizzando gli occhi rivelando
questi pixel che raffigurano la tua paura.
Il marmo freddo come l’oggettivazione.
Nessuna tua volontà.
Hai ancora passato tra le mani insensibili.
Con la testa nel vetro, ho pianto.

* traduzione inviata da Bandolero

*Plattenbau: parola tedesca che indica un edificio costruito con pannelli prefabbricati, prevalentemente in calcestruzzo, utilizzati tanto per soffitti e pavimenti quanto per le pareti.

La parola è composta da "Platte" ("pannello") e "Bau" ("edificio"). Nel linguaggio comune con il termine "Plattenbau" ci si riferisce normalmente agli insediamenti residenziali di grandi dimensioni.

Per quanto sovente associata alla Repubblica Democratica Tedesca, dove effettivamente a partire dagli anni Sessanta fu adottata su larga scala per creare rapidamente nuove abitazioni in sostituzione di quelle distrutte dalla Seconda guerra mondiale, questa tecnica è in realtà diffusa in tutto il mondo, compresi i territori della Repubblica Federale Tedesca, specialmente nell’edilizia residenziale pubblica.

*Persefone: figura della mitologia greca, fondamentale nei Misteri eleusini, entrata in quella romana come Proserpina. Essendo la sposa di Ade, era la dea minore degli Inferi e regina dell’oltretomba. Secondo il mito principale, nei sei mesi dell’anno (Autunno e Inverno) che passava nel regno dei morti, Persefone svolgeva la stessa funzione del suo consorte Ade, cioè governare su tutto l’oltretomba; negli altri sei mesi (Primavera ed Estate) ella andava sulla Terra da sua madre Demetra, facendo rifiorire la terra al suo passaggio. [Fonte: Wikipedia]

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